Quali sono i film italiani più usati nella cinematerapia

Che tutti ci credano o no, che ne abbiano sentito parlare o meno, esiste la cinematerapia. La suddetta terapia consiste nel stimolare un soggetto a sviluppare nuovi progetti e intraprende strade diverse per cambiare la propria vita, attraverso le immagine evocative dei film.

Per chi è indicata la cinematerapia e in cosa consiste?

La cinematerapia, come la maggior parte delle arti usati nelle terapie psicologiche (pittura, danza, etc), è indicata per chi soffre di psicosi, nevrosi e disturbi legati all’umore ed anche per pazienti affetti da tumori o terminali. Negli ultimi due casi, la cinematerapia può estendersi alla famiglia, ed essere usata anche per terapie che coinvolge tutti i membri di un gruppo familiare che attraversa momenti di crisi.

Può anche essere impiegata per la riabilitazione nel caso di alcuni deficit, sia di tipo motorio o mentale, e per varie disabilità.

Una seduta terapeutica di questo genere, coinvolge più persone, che si ritrovano in una saletta a guardare un film. Alla fine, si dividono in due gruppi e cominciano ad analizzare il film in alcuni punti chiave, prefissati dal terapeuta.

L’obbiettivo di questa terapia è di individuare e spingere il paziente a migliorare certi aspetti della sua vita, concentrandosi sui suoi punti di forza e stimolando non solo i motivi del cambiamento, ma anche a riflettere e approfondire la conoscenza di se stesso.

I migliori film italiani per questa terapia

Tra i film italiani, più utilizzati per questa terapia, si possono includere:

  • Padre padrone, film sardo del 1977, dei fratelli Taviani, in cui un giovane pastore, sfidando la volontà paterna, diventa un professore universitario di glottologia, ed è un ottimo film per le famiglie problematiche, svincolandosi da comportamenti coercitivi;
  • Il grande cocomero, film della regista Francesca Archibugi, del 1993, incentrato su un terapeuta, Arturo (Sergio Castellito) che cerca di curare una ragazza afflitta da crisi epilettiche, ed è un film utile per i genitori che cercano nuovi modi di comunicare con i figli;
  • La vita è bella, commovente film del 1998, diretto ed interpretato da Roberto Benigni, dove un padre cerca di salvare il figlio dall’orrore di un campo di concentramento, ed aiuta sicuramente a un lato più positivo in una realtà difficile;
  • L’ultimo bacio, di Gabriele Muccino, del 2001, incentrato sulle crisi esistenziali di diversi personaggi, ed è un film indicato per chi ha paura di crescere, evidenziando soprattutto i problemi di coppie immature;
  • L’uomo in più, sempre del 2001, di Paolo Sorrentino, ambientato a Napoli negli anni Ottanta, che mostra il declino di un calciatore ed un cantante, che mette in evidenza il falso valore del successo, e quindi indicato soprattutto per le persone che lo inseguono, perdendo di vista tutto il resto;
  • Callas Forever, del 2002, diretto da Franco Zeffirelli, la cui trama si aggira sull’ultima interpretazione della Callas, in un special dedicato a lei, ed è indicato per far cogliere al paziente i suoi atteggiamenti negativi, che lo spingono ad allontanare gli altri, ma è fortemente sconsigliato a chi soffre di depressioni gravi.

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