Socrate: le frasi più famose, pensiero e morte

Per chi è interessato di filosofia antica non potrà non citare uno dei primi e più famosi filosofi dell’antica Grecia, ovvero Socrate.

Considerato in quell’epoca un grande uomo e molto colto, infatti egli è uno dei più importanti rappresentanti della tradizione filosofica occidentale in quell’epoca.

Il suo metodo d’indagine consisteva nel dialogo usato come strumento critico applicandolo all’esame in comune di concetti morali fondamentali.

Anche per questo Socrate fu riconosciuto come padre fondatore della filosofia morale, chiamata anche etica.

Le frasi più famose

Alla sua morte non lasciò alcuno scritto suoi suoi pensieri ma qualche frase venne ritrovata grazie ai suoi allievi e a dei documenti scritti antichi ritrovati e tradotti per capire meglio le origini di quei reperti.

Ecco alcune delle sue più famose frasi:

  • “Ho gettato via la mia tazza quando notai un bambino che beveva al ruscello dalle proprie mani.”
  • ” La vera saggezza consiste nel riconoscere la propria ignoranza ed accettarla.”
  • “Mi considero un cittadino del mondo, non solo di Atene o della Grecia.”
  • ” Il segreto del cambiamento è concentrare tutta la propria energia nel costruire il nuovo ed abbandonare il vecchio.”
  • “Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta.”
  • “La felicità è sempre soggetta all’invidia: la miseria invece non è invidiata da nessuno.”
  • “Iniziare bene non è poco, ma neanche molto.”
  • “Le grandi menti parlano di idee, le menti ordinarie discutono di avvenimenti, le menti piccole invece discutono di persone.”
  • “Se fosse necessario commettere ingiustizie o subirle, sceglierei il subire l’ingiustizia piuttosto che il commetterla.”
  • “Chi non è felice con ciò che ha, allora non sarà felice neppure con ciò che davvero desidera.”
  • “A cosa serve avere tanti libri e librerie se poi non basterebbe una vita intera per leggere solo i titoli?”
  • “Porsi delle domande è l’inizio del percorso verso la saggezza.”
  • “Tutte le guerre vengono combattute per denaro.”
  • “Coloro che portano con sé uno scettro non sono re, sovrani o governanti, ma sono chi sanno comandare.”
  • “La buona vita, deve essere principalmente apprezzata.”
  • “Ci sono persone che costruiscono dei muri non tanto per tenere fuori gli altri, ma per vedere a chi importa abbastanza da abbatterli.”
  • “L’amico deve essere come il denaro, prima di averne bisogno, si deve sapere che valore ha.”
  • “Io non posso insegnare niente a nessuno, posso solo far riflettere a voi.”
  • “È sapiente solo chi sa di non sapere, non chi s’illude di sapere de ignora così perfino la sua stessa ignoranza.”

Pensiero e morte

Come scritto prima, i pensiero di Socrate riguardano dialogo che utilizzava come lo strumento critico della confutazione e lo applicava soprattutto durante l’esame in comune dei concetti morali e  fondamentali.

Per questo Socrate è riconosciuto come padre fondatore dell’etica o filosofia morale ma per i suoi pensieri e le sue idee divenne pure il primo martire per la causa della libertà di pensiero e d’investigazione.

Durante il suo periodo in prigionia, secondo i racconti di Platone, rifiutò ogni aiuto di fuggire dalla sua prigione grazie all’aiuto dei suoi discepoli, ma la notizia ancora più sorprendente fu che il maestro sapeva di essere stato accusato ingiustamente.

In quell’epoca ai condannati si dava la possibilità di scegliere la propria morte in 3 diversi metodi:

  • laccio (soffocazione);
  • daga (sgozzatura);
  • cicuta (avvelenamento).

Secondo gli scritti ritrovati Socrate scelse la cicuta, ma prima decise di passare un po’ di tempo a parlare coi suoi discepoli, tornò a casa a salutare i suoi 3 figli (Sofronisco, Lamprocle e Menesseno) le donne della casa, ordinò a tutti di lasciarlo da solo e si lavò.

Ritornò in carcere scelse la morte per avvelenamento e più sentiva il corpo indebolirsi più l’uomo era tranquillo perché si stava liberando della malattia del vivere e all’ultimo momento ringraziò il dio Asclepio per non avergli fatto sentire alcun dolore durante la lunga fase che lo avrebbe portato ad un sonno senza sogni per tutta l’eternità.

 

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