Cantarelli infermieristica: ecco cosa dice la prima teorica italiana dell’assistenza infermieristica

Per quanto l’ambiente ospedaliero sia un lavoro difficile e degradante ci sono però delle persone coraggiose che ogni giorno si mettono a contatto con i pazienti malati ma anche collaborano con molte figure che ci sono all’interno della struttura ospedaliera.

Infatti ci sono i medici che si occupano della malattia del paziente e della loro cura e tutela, poi ci sono i chirurghi che operano direttamente la persona nella sala ospedaliera, poi ci sono gli infermieri che sono il braccio destro di ogni medico perché sono loro che si occupano delle medicine e del benessere del paziente, mentre gli OSS si occupano della loro pulizia.

Oggi parleremo della figura dell’infermiere e soprattutto del loro lavoro principale secondo anche un modello di prestazione infermieristica scritto da Marisa Cantarelli.

Cosa dice la prima teorica italiana dell’assistenza infermieristica?

Marisa Cantarelli non è solo un’autrice di un famosissimo libro che ogni laureando in infermeria deve, prima o poi, leggere per essere un bravo infermiere in futuro, ma è stata anche lei un’infermiera.

Laureatasi negli anni ’50, in quel periodo era diverso il rapporto tra medico e paziente, molte erano le malattie e quasi assenti erano le tecnologie per fare meglio degli esami.

Da Milano, città in cui è nata, è stata mandata a Roma dopo la laurea all’Ospedale San Camillo e poi torna a Milano al Consorzio Antitubercolare a Milano.

Nel 1997 poi scrive quello che è uno dei libri più importanti non solo per la figura professionale dell’infermiere ma anche per avere un’etica al proprio lavoro e rispettare il paziente nella sua malattie ed assisterlo per tutta la durata in cui sta all’ospedale.

Infatti in quel periodo in cui lei era era diventata infermiera dopo la laurea ha scoperto il vero disagio di fronte ai malati, ma non per loro, perché come scritto prima era un momento davvero difficile sia per i ricoverati e sia per il personale ospedaliero, e anche perché in quel periodo poche erano le persone che riuscivano ad arrivare alla laurea e a lavorare in quell’ambito.

Inoltre diverso era anche il rapporto che i dottori e gli infermieri avevano con i pazienti.

La Cantarelli ha cambiato tutto questo scrivendo non solo un libro chiamato “Modello delle prestazioni infermieristiche” ma anche cambiando lei per prima con loro.

Infatti poi è una cosa che ha insegnato ai nuovi stagisti e ha espressamente detto loro di eseguire le sue stesse azioni: rapportarsi in modo diverso con il paziente, avere più empatia verso di loro ma anche prendersi un momento per loro ed elaborare meglio ciò che devono fare e come agire al meglio per evitare di sbagliare.

Nel suo libro spiega anche tutte quei piccolo incipit a cui bisogna fare attenzione nel paziente, come controllare che le vie respiratorie sono libere, se è presente qualcosa nelle urine del paziente, se ha bisogno di idratarsi, di fare del movimento, controllare la cartella della diagnosi, controllare la pressione del sangue ogni giorno e soprattutto parlare sia con lui che con la sua famiglia.

In poche parole ha reso la figura dell’infermiere una persona più attenta e civile che opera in modo morale e professionale con i pazienti.

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