Metallo delle terre rare: quale può essere chiamato così, e perché?

Le Terre Rare sono metalli chiamati in questo modo proprio perché sono speciali e pregiati e usati principalmente nella moderna tecnologia e comprendono ben 17 elementi di natura chimica che negli ultimissimi anni, sono diventati sempre più sporadici. Ma quale di questi metalli può effigiarsi del titolo di “terre rare”? Vediamo nel dettaglio.

Quali sono i metalli delle terre rare?

Come già detto nell’introduzione a questo articolo, le Terre Rare vengono utilizzate da molte aziende, trasformati poi in magneti, catalizzatori e display, quindi vendono ritenuti fondamentali, se non vitali, per le stesse fabbriche che le producono. La Cina detiene l’85% in questo tipo di mercato, perciò può essere considerata leader mondiale ed il Giappone il maggiore giacimento da poco scoperto. Ma ritornando al punto focale della domanda. Quali metalli possono essere definiti Terre Rare? Al primo posto abbiamo il cerio (Ce, di un colore bianco-argenteo, abbastanza morbido da tagliarlo con un coltello), seguito il seconda linea dal più utilizzato disprosio (Dy, dotato di proprietà paramagnetiche), in mancanza del primo.
Facenti parte dei 17 elementi chimici ci sono anche:

  • erbio (Er): l’ossido di erbio, anch’esso di colore argenteo-metallico, può essere trovato in alcuni giacimenti della Svezia.
  • europio (Eu): reagisce in maniera non dissimile al calcio in presenza dell’acqua e si ossida facilmente all’aria. Era comunemente usato per produrre i fosfori rossi dei televisori di un tempo (ma anche moderni).
  • gadolinio (Gd): duttile e malleabile, quasi come la plastilina utilizzata dai bambini, e cristallizza a temperatura ambiente.
  • olmio (Ho): raggiunge una veloce ossidazione alle temperature più elevate e con l’umidità, diventando giallastro.
  • lantanio (La): ha le stesse proprietà del gadolinio in quanto a malleabilità. Reagisce con l’acqua rilasciando idrogeno gassoso.
  • lutezio (Lu): compare alle volte assieme associato all’ittrio nelle leghe metalliche e viene utilizzato quale catalizzatore in diversi processi chimici., molto resistente alla corrosione.
  • neodimio (Nd): è argenteo, lucente e ossida all’aria abbastanza in fretta.
  • praseodimio (Pr): conservato in recipienti ermetici oppure in olio minerale, questo metallo si ossida rilasciando una patina verdastra. Molti impianti di luce utilizzati nell’industria cinematografica e i motori elettrici brushless contengono questo metallo, in composto con altre leghe di metalli appartenenti alle terre rare.
  • promezio (Pm): metallo radioattivo che forma dei sali se combinato con altri elementi; ossida stabilmente per un solo strato.
  • samario (Sm): esiste in varie forme cristalline, che si differenziano a seconda della catalizzazione a diverse temperature.
  • scandio (Sc): è un metallo che, se esposto all’aria, vira verso il giallo ed il rosa.
  • terbio (Tb): abbastanza stabile all’aria, questo metallo cristallizza in  due forme differenti.
  • tulio (Tm): è un metallo facilmente malleabile che essicca all’aria, resistendo alla corrosione ad un livello abbastanza alto.
  • itterbio (Yb): può disciogliersi facilmente in vari acidi e reagisce lentamente in presenza dell’acqua, mentre essicca all’aria ossidandosi.
  • ittrio (Y): difficile da trovare in natura se non in altre composizioni, associato ad altri lantanoidi, come quelli precedentemente elencati. Carl Axel Arrehius, quando nel 1787 scoprì dell’esistenza di questo metallo, gli diede il nome di ytterbite, proprio perché venne trovato il giacimento nella città di Ytterby, in Svezia.

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